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Perché? Qui sarebbe sepolta sua figlia, Maria Balsa, moglie del conte Giacomo Alfonso Ferrillo, vissuta verso la fine del 1400. Giunse in Italia con lo status di orfana e fu adottata dal re di Napoli Alfonso d’Aragona che la diede in sposa al nipote Alfonso. La storia ha richiamato l’attenzione di studiosi e di associazioni che hanno dato vita al progetto «Sulle orme di Dracula in Europa». Vi partecipano l’associazione culturale Mihai Viteazu Prahova, presieduta da Mircea Cosma, Palazzo Italia Bucarest, Asociatia Lucani nei Balcani (organismo guidato dal lucano Giovanni Baldantoni), Comune di Acerenza, famiglia Glinni e associazione rumeni in Italia. Acerenza è stata la prima tappa dell’iniziativa. Vlad III è venerato come eroe popolare in Romania, così come in altre parti d'Europa, per aver protetto la popolazione dall’invasione dei Turchi. E proprio dalla Romania provengono documenti storici sul conte Dracula, tra i quali l’antico manoscritto «Albero della famiglia Dragona», che testimonierebbero il legame con Acerenza. Tutto nasce da un’effigie: nei pressi della cattedrale acheruntina, ristrutturata nel 1520-1524 dai coniugi Ferrillo, in alto a sinistra campeggia il blasone della famiglia Balsa che sovrasta, per rango, quello della famiglia Ferrillo. Si tratta di un drago: lo stesso che compare nello stemma di Vlad III appartenente all’ordine del Drago, una coalizione di nobili guerrieri nata durante le Crociate per contrastare l’avanzata dei musulmani.

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Fondato proprio da Vlad III e Sigismondo di Lussemburgo, padre di Alfonso d’Aragona, l’ordine del Drago si diffuse rapidamente e in particolare venne rappresentato dall’ambasciatore della Repubblica di Venezia Balbo e dal condottiero Filippo Scolari che fece parte dei primi 24 cavalieri fondatori dell’ordine stesso. Le curiosità non finiscono qui, perché la cattedrale è colma di rimandi al vampirismo, a cominciare dalle due creature mostruose che all’ingresso mordono sul collo due ignare vittime. Nella cripta, inoltre, è possibile vedere, su di un bassorilievo, una singolare raffigurazione che riproduce il demone biblico Lilith, noto per comparire solo di notte e succhiare il sangue agli uomini, in particolare ai neonati. Negli affreschi l’uomo che dovrebbe raffigurare Dracula è posto di spalle all’altare, un po’ come se avesse voluto voltare le spalle a Dio.

Testimonianze, simboli e quant’altro che rinvigoriscono la leggenda di Dracula e il suo rapporto con Acerenza dove, proprio per «cavalcare l’onda» a fini turistici, presto sorgerà una biblioteca aperta a studiosi ed appassionati di tutto il mondo in cui trovare scritti e documenti sul «succhiasangue» della Transilvania.

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